9 Novembre 2021

La prescrizione del credito

Se il creditore, entro il lasso di tempo stabilito dalla legge, non si attiva per recuperare la somma di denaro ad esso spettante, il credito si estingue per prescrizione e il debitore non è tenuto ad alcun pagamento. In questo articolo spieghiamo cos’è la prescrizione e come funziona.

La prescrizione del credito: cos'è e cosa comporta.

La prescrizione del credito è un istituto giuridico in base al quale, se il titolare del diritto (cioè il creditore) non lo esercita entro un determinato arco di tempo, esso si estingue. 

Tale regola è dettata dall’art. 2934 del nostro codice civile secondo cui “Ogni diritto si estingue per prescrizione, quando il titolare non lo esercita per il tempo determinato dalla legge”.

La legge quindi, prevede che chiunque abbia un credito nei confronti di qualcun altro, può esercitare il suo diritto a pretenderne il pagamento, entro un determinato periodo di tempo. Decorso inutilmente tale periodo, il creditore non avrà più la possibilità di riottenere i propri soldi, in quanto il debito si è estinto per prescrizione.

Qualunque credito, superato il termine di prescrizione stabilito dalla legge, si estingue e non può più essere riscosso.

Facciamo un esempio.

La legge stabilisce che il diritto del lavoratore al pagamento della retribuzione mensile si prescrive in 5 anni: se entro tale termine il lavoratore, cui non sia stata corrisposta la retribuzione, non ne chiede il pagamento al datore di lavoro, perde il diritto a riceverla.

All’interno del nostro ordinamento, la prescrizione è stata introdotta per tutelare la certezza dei rapporti tra creditore e debitore. Da un lato infatti, è finalizzata ad offrire al creditore un orizzonte temporale congruo, affinchè riesca a mettere in atto tutta una serie di azioni volte ad ottenere la somma di denaro ad esso spettante (sul punto leggi, Come ottenere il pagamento di una fattura). Dall’altro invece, la prescrizione è volta a tutelare il debitore che non può rimanere legato alla propria condizione debitoria per un tempo eccessivo.

E’ bene precisare che, parlare di prescrizione di crediti o prescrizione di debiti è la stessa cosa, poiché una determinata prestazione è considerata allo stesso tempo, sia come credito (in base al punto di vista del creditore) che come debito (dal punto di vista del debitore).

I termini di prescrizione di un credito.

Quando si prescrive un credito? La risposta a questa domanda cambia in base al tipo di credito vantato nei confronti del debitore.

La regola generale è che un credito si prescrive in 10 anni (la cosiddetta prescrizione ordinaria). Tuttavia, per alcune tipologie di crediti questo termine è più breve.

Vediamole insieme.

Crediti che si prescrivono in 5 anni.

A mero titolo esemplificativo, rientrano in questa categoria:

  • le annualità delle rendite perpetue o vitalizie;
  • le annualità delle pensioni alimentari;
  • il diritto al risarcimento del danno derivante da fatti illeciti;
  • le sanzioni;
  • i canoni di locazione;
  • le spese di ristrutturazione;
  • il capitale nominale dei titoli di Stato;
  • le spese condominiali;
  • i diritti derivanti dai rapporti sociali;
  • le indennità conseguenti alla cessazione del rapporto di lavoro, ad esempio il TFR;
  • la dichiarazione dei redditi;
  • le rate dei mutui;
  • gli interessi e, in generale, tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi.
Crediti che si prescrivono in 3 anni.

Tra i crediti che si prescrivono in 3 anni, vi è:

Crediti che si prescrivono in 2 anni.

Si prescrive in due anni il risarcimento del danno derivante dalla circolazione dei veicoli (sul punto leggi, Il risarcimento danni nei sinistri stradali).

Inoltre, a partire dal 1 gennaio 2019, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2018, è stata introdotta la prescrizione di 2 anni anche per le bollette di acqua, luce e gas.

Crediti che si prescrivono in 1 anno.

Si prescrive in 12 mesi il diritto di:

  • insegnanti, per la retribuzione delle lezioni che impartiscono a mesi, o a giorno, o a ore;
  • lavoratori, per le retribuzioni corrisposte a periodi non superiori al mese;
  • commercianti, per il prezzo delle merci vendute a chi non ne fa commercio;
  • farmacisti, per il prezzo dei medicinali;
  • premi assicurativi RC, furto e incendio (resta a 2 anni per tutti gli altri premi assicurativi).
Crediti che si prescrivono in 6 mesi.

In quest’ultima categoria rientrano i diritti di credito di tutte quelle attività che si occupano di offrire vitto e alloggio ai propri clienti come pensioni, hotel, bed & breakfast.

Sono numerose le persone e le società che si rivolgono agli avvocati di miOPPONGO.it per recuperare un credito o porre rimedio alla propria posizione debitoria. Di seguito riportiamo le domande, con le relative risposte, che più frequentemente ci vengono formulate sul tema della prescrizione.

Come si calcola la prescrizione di un credito?

La prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui può essere fatto valere il diritto e termina allo spirare dell’ultimo giorno. Per effettuare il calcolo è sufficiente un comune calendario e calcolare anche i giorni festivi e il sabato. Ai fini del conteggio, non deve essere considerato il giorno nel quale inizia a decorrere la prescrizione. Se poi il termine ultimo cade in un giorno festivo, come ad esempio domenica, l’ultimo giorno slitta a quello immediatamente successivo e dunque, nel nostro caso, lunedì.

Facciamo un esempio.

Come sopra indicato, ai sensi dell’art. 2948 del codice civile, le spese condominiali si prescrivono in 5 anni. Se il pagamento scade l’8 novembre 2021, l’amministratore del condominio dovrà attivarsi per riscuotere il credito entro l’8 novembre 2026 che è una domenica, e dunque entro lunedi, 9 novembre 2026. Se entro questa data l’amministratore non ha agito contro il condomino moroso per ottenere il pagamento delle somme, non potrà più esigerne il pagamento. (sul punto leggi, Spese condominiali non pagate)

Si può interrompere la prescrizione di un credito?

Si, il creditore può interrompere la prescrizione del credito inviando al debitore una intimazione di pagamento e cioè un atto a cui la legge riconosce la volontà del creditore di esercitare il proprio diritto di credito.

In linea generale, gli atti interruttivi della prescrizione sono tutti quegli atti di cui si può fornire una prova.  

Quindi, non è sufficiente una semplice telefonata al debitore o l’invio di una email ordinaria. Occorre una vera e propria lettera di messa in mora da trasmettere a mezzo raccomandata a/r o Pec, con cui il creditore intima al debitore il pagamento dell’importo dovuto.

E’ bene ricordare che la prescrizione è interrotta da ogni azione giudiziaria attuata per il recupero del credito, come ad esempio la notifica di un atto di citazione o un decreto ingiuntivo. La prescrizione è altresì interrotta, quando il debitore abbiamo dichiarato espressamente di riconoscere il proprio debito.

La lettera di messa in mora trasmessa con raccomandata a/r, vale ad interrompere la prescrizione anche se il destinatario non la ritira e quindi non ne prende visione.

Il debitore deve prestare molta attenzione al verificarsi dei casi di interruzione dei termini prescrizionali. Infatti, a differenza di quanto si possa pensare, una volta che arriva l’atto interruttivo, successivamente non si proseguirà con il conteggio del periodo già maturato. Si avrà infatti un azzeramento totale, e una ripartenza della prescrizione con un periodo di pari durata a quella originaria.

Facciamo un esempio.

La legge prevede che i debiti previdenziali (I.N.P.S.) si prescrivono in 5 anni.

Immaginiamo che Tizio abbia un debito con l’I.N.P.S. e che siano decorsi 4 anni di prescrizione. Arriva la notifica dell’ I.N.P.S. che interrompe il tempo di prescrizione. Da quel momento (sia che venga o meno impugnato il provvedimento dell’ente previdenziale) ripartirà il termine prescrizionale che ricomincerà da capo, quindi Tizio avrà davanti nuovamente 5 anni prima che il debito possa considerarsi prescritto.

Come contestare la prescrizione di un debito?

Una volta accertato che il diritto a pagare si è prescritto, il debitore deve contestarlo al creditore in forma scritta mediante l’invio di una comunicazione con raccomandata a/r o Pec. Quindi nella lettera occorrerà evidenziare, in maniera chiara e precisa, che il decorso del tempo previsto dalla legge ha determinato la prescrizione del credito e quindi del debito.

A sostegno di quanto affermato, consigliamo di allegare alla comunicazione, eventuali documenti che attestino la decorrenza del termine di prescrizione.

Pagamento di un debito prescritto: si ha diritto alla restituzione?

La risposta a questa domanda è negativa.

Il debitore, per sua libera scelta, può decidere di non avvalersi della prescrizione dei debiti, pagando comunque l’importo dovuto al creditore.  Però, se per sbaglio paga, perché non si è accorto che il debito era scaduto, non può ottenere la restituzione delle somme versate.

Secondo la legge infatti, il pagamento di un debito, anche se prescritto, rappresenta la tacita manifestazione della volontà di non avvalersi della prescrizione. Una volta pagato, che sia per scelta o per errore, il creditore ha il diritto di trattenere le somme versate.

 

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