22 Luglio 2021

Il mantenimento dell’ex convivente

L’ex convivente ha diritto al mantenimento in caso di cessazione del rapporto? Vediamo insieme se e in quali casi, terminata la convivenza, è possibile chiedere il mantenimento all’ex partner.

La Legge Cirinnà e la disciplina del mantenimento per i conviventi.

La Legge N. 76/2016, nota anche come Legge Cirinnà, prevede all’art. 1 comma 65 la disciplina del mantenimento per i conviventi in caso di cessazione del rapporto.
Preme segnalare che tale disposizione normativa parla, nello specifico, di diritto agli alimenti e non del (ben più noto), diritto di mantenimento, tipico invece della separazione e del divorzio dei coniugi.
Trattasi di una scelta legislativa non casuale ma ben precisa: mentre il diritto al mantenimento consente all’ex coniuge di conservare lo stesso tenore di vita che si aveva durante la convivenza, gli alimenti rappresentano un contributo necessario per provvedere al basilare sostentamento e ai bisogni primari della persona, a mero titolo esemplificativo, la spesa alimentare, l’abitazione, le cure mediche ecc. (“Manuale operativo di diritto di famiglia” Maggioli Editore).

Sulle novità introdotte dalla Legge Cirinnà leggi anche Il contratto di convivenza

Presupposti del diritto agli alimenti.

Il diritto agli alimenti in capo all’ex convivente sorge ex art. 1 comma 65 Legge Cirinnà ove l’ex partner:

  1. versi in stato di bisogno;
  2. non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento.

Il diritto agli alimenti ricorre anche laddove l’avente diritto si trovi in stato di bisogno cagionato da sua colpa: trattasi infatti di diritto basato sulla solidarietà familiare, a meno che non si dimostri che l’invocato stato di bisogno deriva dalla totale inerzia e inattività volontaria della parte istante, in grado, per contro, di procurarsi il sostentamento necessario (“Manuale operativo di diritto di famiglia” Maggioli Editore).

In che misura e per quanto tempo sono dovuti gli alimenti all’ex convivente?

Gli alimenti sono assegnati:

  • in proporzione del bisogno del soggetto che li domanda e delle condizioni economiche di colui tenuto a versarli; gli alimenti non devono tuttavia superare quanto sia necessario per la vita dell’alimentando, avuto però riguardo alla sua posizione sociale;
  • per un periodo proporzionale alla durata della convivenza.

Il convivente ha l’obbligo di prestare gli alimenti prima dei parenti dell’ex partner?

L’art. 1 comma 65 Legge Cirinnà fornisce una risposta ben precisa a tale quesito.
Tale norma stabilisce che l’obbligo alimentare in discorso debba essere adempiuto dall’ex convivente con precedenza (SOLO) sui fratelli e sulle sorelle dell’ex partner.
In altri termini, se una persona versa in stato di bisogno e ha concluso una convivenza, dovrà dapprima chiedere gli alimenti al coniuge (anche separato o attuale qualora uno dei conviventi fosse ancora sposato), ai figli, ai genitori, ai generi e alle nuore, al suocero e alla suocera.
Solo qualora tali soggetti non fossero in grado di prestare gli alimenti, tale domanda potrà essere rivolta all’ex partner.
Da ultimo, laddove anche l’ex convivente non fosse in grado di adempiere a tale obbligo, il soggetto in stato di bisogno potrà chiedere gli alimenti ai propri fratelli e sorelle.

Cosa occorre fare per ottenere gli alimenti?

Il soggetto che ritenga di aver diritto agli alimenti da parte dell’ex convivente, dovrà farsi assistere da un legale e avviare una causa civile.
La domanda va introdotta con atto di citazione, davanti al giudice ordinario in composizione monocratica, senza intervento da parte del Pubblico Ministero.
A norma dell’art. 446 c.c. sarà possibile chiedere la determinazione di un assegno provvisorio laddove ricorra una situazione di estrema urgenza (“Manuale operativo di diritto di famiglia” Maggioli Editore).

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