2 Dicembre 2022

Cosa succede all’assegno divorzile in caso di eredità ricevuta?

In seguito alla separazione o al divorzio, il coniuge economicamente più stabile è tenuto, nella maggior parte dei casi, a corrispondere delle somme a favore dell’altro coniuge, con cadenza solitamente mensile. Ma cosa accade all'assegno di mantenimento e all'assegno divorzile se uno dei due coniuge riceve una cospicua eredità? Vediamo insieme cosa ha statuito la Corte di Cassazione.

La separazione dei coniugi e l'assegno di mantenimento.

In seguito alla separazione, sia essa giudiziale o consensuale, uno dei due coniugi può essere tenuto a versare in fare dell’altro un contributo economico che prende il nome di assegno di mantenimento.

Nella separazione consensuale, che ricorre quando i coniugi di comue accordo definiscono il loro rapporto, i coniugi sono liberi di determinare la misura dell’assegno, all’interno dell’accordo congiunto di separazione.

Nella separazione giudiziale invece, poichè le parti non sono giunte ad una soluzione congiunta, spetta al Giudice verificare la sussistenza dei presupposti per l’erogazione dell’assegno e quindi stabile la misura dello stesso.

Negli anni vi sono state numerose sentenze che hanno statuito circa le modalità e i criteri da adottare per la determinazione del valore dell’assegno.
Attualmente, la tendenza è quella di far sì che l’assegno in favore del coniuge economicamente più debole abbia come obiettivo quello di consentire la conservazione del medesimo tenore di vita di cui beneficiava prima della separazione.

Il divorzio dei coniugi e l'assegno divorzile.

A seguito del divorzio, sia esso consensule o giudiziale, le cose cambiano.

L’assegno divorzile, infatti, non viene più calcolato in base al tenore di vita della coppia in costanza di matrimonio.
Poichè il divorzio comporta la rottura definitiva del matrimonio, la legge non impone che il coniuge più stabile economicamente provveda al mantenimento di quello invece più debole: a quest’ultimo è necessario che venga garantito il minimo indispensabile per un’esistenza decorsa.

Quanto sopra non significa che il coniuge che riceve l’assegno possa vivere per sempre “a carico” dell’altro.

Per ormai consolidata giurisprudenza infatti, se il beneficiario dell’assegno è in forze e idoneo allo svolgimento di un’attività lavorativa, dovrà fare il possibile per rendersi autonomo e indipendente dall’ex coniuge.

Sul punto si riporta la sentenza n. 789/2017 con cui la Corte di Cassazione ha statuito che “l’attitudine al lavoro proficuo, quale potenzialità di guadagno, costituisce elemento valutabile ai fini della determinazione dell’assegno di mantenimento da parte del giudice, che deve al riguardo tener conto non solo dei redditi in denaro, ma anche di ogni utitlià suscettibile di valutazione economica” (fonte, Leggi d’Italia).

Quanto sopra significa quindi che, ciò che rileva non è tanto quanto guadagna il coniuge ma le sue possibilità concrete e specifiche di guadagnare, a prescindere dal non aver trovato una posizione lavorativa.

Chi eredita ha diritto all'assegno divorzile?

Può capitare che uno dei due coniugi, in seguito alla separazione o al divorzio, riceva una cospicua eredità. Ciò può avere delle ripercussioni anche sull’assegno di mantenimento o divorzile.

Infatti, se a ricevere l’eredità è il coniuge che corrisponde l’assegno di mantenimento o di divorzio, nulla sarà dovuto all’altro coniuge. Pertanto, non sarà necessario rideterminare il valore dell’assegno: infatti, l’arricchimento di cui beneficia il primo non è in alcun modo correlato ad un contributo del secondo, che al contrario nulla ha a che vedere con il patrimonio ereditario. Pertanto, nulla gli è dovuto.

Se, invece, a ricevere l’eredità è il coniuge destinatario dell’assegno, tale circostanza può comportare una variazione dell’importo dell’assegno. Infatti, percepire un’eredità può implicare un aumento del patrimonio per il soggetto beneficiario dell’assegno, il quale dunque potrebbe necessitare del contributo dell’ex coniuge in minima parte.

Sul punto si segnala che la Corte di Cassazione ha statuito che “qualora muti la situazione patrimoniale del beneficiario dell’assegno, accertata in concreto dal giudice come rilevante, l’assegno potrà essere ridotto a seguito dell’accrescimento. Tale mutamento tuttavia, non deve essere transitorio bensì persistente e sufficientemtne consistente sulla base delle valutazioni del giudice in riferimento alla situazione concreta” (sentenza n. 18777 del 2.7.2021 – fonte, Leggi d’Italia).

Pertanto, nei casi in cui l’eredità ricevuta sia di importo esiguo, alcuna modifica può essere apportata all’importo dell’assegno di divorzio.

Laddove invece l’eredità ricevuta sia tale da modificare in modo rilevante le condizioni economiche dell’erede nonché ex coniuge, vi è la possibilità di modificare l’assegno di divorzio.
In tale ipotesi il coniuge erogante, con l’assistenza di un avvocato, potrà avviare una causa contro il coniuge beneficairio al fine di modificare tale assegno.

L’importo dell’assegno divorzile può essere rideterminato nell’ipotesi di un eventuale arricchimento derivante dalla ricezione di un’eredità.

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