
La maternità nei contratti a termine
CONGEDO DI MATERNITÀ
INDENNITÀ DI MATERNITÀ
Scadenza o risoluzione anticipata del contratto
Qualora, nelle more del congedo di maternità, il contratto a termine si risolva o giunga alla naturale scadenza, l’indennità di maternità verrà comunque erogata dall’INPS sino al termine del periodo di congedo. La differenza risiede nel fatto che terminato il rapporto di lavoro sarà direttamente l’INPS e non più il datore di lavoro ad erogare l’indennità di maternità alla lavoratrice.
Al termine del periodo di congedo, qualora la lavoratrice abbia precedentemente maturato il diritto alla NASPI, la lavoratrice potrà percepire la relativa indennità di disoccupazione.
Mancato rinnovo del contratto a termine scaduto in gravidanza
Non esiste una normativa che imponga al datore di lavoro di rinnovare un contratto di lavoro a tempo determinato neppure qualora la lavoratrice sia in stato di gravidanza o neo-mamma.
Ciò non toglie che la neo-mamma abbia la possibilità di contestare al datore di lavoro un comportamento discriminatorio laddove il datore di lavoro, che non ha rinnovato il contratto a termine alla lavoratrice in gravidanza, abbia invece rinnovato contratti a termine a personale impiegato nella stessa posizione della lavoratrice.
Sul punto è bene citare la massima della Suprema Corte di Cassazione (la n. 5476/21 del 26.02.2021) la quale ha stabilito che il mancato rinnovo del contratto a termine alla lavoratrice in stato di gravidanza può considerarsi discriminatorio laddove vi sia un trattamento “ingiustificato” di meno favore della donna in gravidanza rispetto ai colleghi in posizioni lavorative analoghe. La Suprema Corte richiama nella propria decisione la direttiva Europea 2006/54/Ce art. 19 la quale prevede che il datore di lavoro debba dimostrare, anche mediante l’uso delle presunzioni, di aver basato la decisione adottata nei confronti della lavoratrice in gravidanza (o della neo-mamma) sui medesimi parametri che avrebbe utilizzato con qualsiasi altro lavoratore impiegato nella medesima posizione.
In pratica l’onere della prova circa la mancanza di discriminazione nella scelta di non rinnovare il contratto a termine ricadrà sul datore di lavoro. La lavoratrice in gravidanza, o la neo-mamma, dovrà solo allegare il proprio stato di gravidanza / maternità e contestare la discriminazione indicando quali altri lavoratori hanno invece ottenuto il rinnovo.